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Ci sono miriadi di fili che collegano l'Occidente con l'Estremo Oriente. Hanno la leggerezza della seta, i riflessi cangianti dell'Ukiyo o Mondo fluttuante, che tanto affascina ora i lettori più curiosi e raffinati. Pochi però sospettano che a tenere un capo di un qualche serico filo ci siano alcune tra le voci più rappresentative del Novecento, ad esempio quella di André Breton, vulcanico, estroverso (e anche un po' istrionico) caposcuola del Surrealismo, ma anche quella sommessa, appartata, intrisa di silenzio, di un poeta che parrebbe immune dalle lusinghe di ogni moda, tanto più se esotica: Eugenio Montale. È questa una delle tante novità degli affascinanti percorsi di lettura proposti in questo volume da Rosalma Salina Borello, che, mediante un'attenta e originalissima lettura testuale e intertestuale, svela ai lettori quanto di una tradizione apparentemente così lontana, così accentuatamente esotica, sia presente nella cultura europea del Novecento.